La fantascienza giapponese, scaturita dal secondo dopo guerra ai giorni nostri in fumetti, animazione e film dal vivo, è figlia della sconfitta giapponese nella seconda guerra mondiale. Le conseguenze del lancio delle bombe su Hiroshima e Nagasaki e la terribile devastazione che han creato genera infatti una serie di storie dove i protagonisti sono mostri mutati proprio dall’energia nucleare. Il capostipite di questi mostri è indubbiamente Godzilla, grosso dinosauro della razza immaginaria dei Gojirasauri, mutato dalle radiazioni scaturite da esperimenti nucleari. Tra le capacità acquisite da Godzilla grazie alle radiazioni nucleari c’è un potente raggio creato da una concentrazione di plasma generato dal suo corpo mutato. Anche se in realtà il film è un remake giapponese di Il risveglio del dinosauro, film americano che sull’onda di King Kong narra il ritrovamento di un grosso dinosauro, il mostro non è altro che una denuncia alle bombe nucleari usate durante la seconda guerra mondiale. Un altro mostro dell’iconografica fantastica giapponese, chiamati kaiju, che è vittima inconsapevole dei folli esperimenti nucleari è Gamera che questa volta ha la forma di una tartaruga gigante. Anche se non direttamente implicabili agli orrori atomici da questa serie di “mostri” nasce anche un altro genere molto amato in Giappone, i cosi detti Tokusatsu. I tokusatsu (effetti speciali) sono generalmente serie televisive fantascientifiche dove la Terra, e piu precisamente il Giappone, viene difesa dall’eroe di turno da mostri giganti in genere di natura extraterrestre o demoniaca. Titoli famosi di questo genere di storie sono sicuramente Ultraman, Megaloman e Kamen Rider (conosciuto internazionalmente come Masked Rider). Ognuna di queste serie è composta da svariati remake e seguiti tanto da esser trasmessi praticamente ininterrottamente da piu di quarant’anni in madre patria. Dall’idea del tokusatsu scaturisce anche il super sentai, serie di telefilm della toei dove i protagonisti questa volta sono una squadra in genere di cinque elementi. La versione americana di queste storie, i Power Ranger, è indubbiamente quella più conosciuta in occidente , anche se completamente stravolta rispetto la versione originale.
Altro filone importante della fantascienza giapponese, dovuta questa volta alla conseguente ricostruzione del Paese dopo la sconfitta, è quello dei robot antropomorfi. La modernizzazione accelerata, contrastante le antiche tradizioni giapponesi, trova sbocco proprio nella, forse eccessiva, industrializzazione del Paese e nella costruzione di macchine robotizzate. È facile far scaturire da questi elementi durante gli anni 60 storie con protagonisti dei robottoni giganti pilotati ancora dall’esterno. Mitsuteru Yokohama sviluppa in questo periodo le due sue opere portanti del genere : Giant Robot e Tetsujin 28 Go. Variazione del tema è Astroganga, robot sensiente creato da un materiale alieno che entra in simbiosi con il giovane Charlie per combattere i malvagi Blaster.
Ma nel giro di pochi anni avverrà la prima “rivoluzione” del genere robotico graze alla mente geniale di Go Nagai. Imbottigliato nel traffico ecco che, come per la mela newtoniana o la vasca da bagno di Archimede, nasce la grande idea: e se la macchina avesse degli arti cosa succederebbe? Da questa situazione che sa di leggenda scaturisce, dopo varie rivisitazioni, Mazinger Z. A differenza dei robottoni precedenti dove il protagonista sta all’esterno del robot, Mazinger Z è pilotato dall’interno. Con la mazinsaga, composta anche da Great Mazinger e Grendizer, nasce cosi il genere dei Super Robot. Dal 73, anno di nascita di Mazinga, al 78 il genere conosce svariate rivisitazioni. Lo stesso Nagai partorisce l’idea di un robot non piu pilotato da una sola persona ma da un team di tre piloti, il Getter Robot. Ognuno di essi pilota una astronave e la combinazione di esse genera, a seconda di uno schema prestabilito, un robottone differente. Nasce cosi il concetto di robottone trasformabile. La caratteristica principale di questa serie è indubbiamente il fatto che il binomio pilota/robot come elemento portante della trama si comincia a slacciare. Qui i veri protagonisti non è tanto il singolo pilota ma la forza del gruppo che, mediante il “gattai”, genera tre differenti robot. Più questa coesione, che potremmo definirla empatia, è forte piu il robot è forte ed è capace di rispondere agli attacchi nemici. Un altro filone sempre partorito dalla mente nagaiana è quella dei robot magnetici componibili. Jeeg Robot, dove viene accennato anche il concetto di cyborg di cui parleremo piu sotto, è il capostipite di questo genere. Qui ritorna il dualismo pilota/robot in maniera più accentuata, infatti in questo caso il pilota è il robot stesso, o meglio la testa del robot. Il resto del corpo è formato da svariati componenti che mediante la forza magnetica si agganciano alla testa. Riprendendo il concetto di unione del gruppo, anche se in questo caso il gruppo è composto da sole due persone, un uomo e una donna, ecco che nasce Gackeen Robot Magnetico.
Il genere super robot conosce un successo strepitoso che produce un sacco di titoli abbastanza equivalenti. Anche se si cominciano a vedere i primi segni del “crollo del genere” alcuni titoli producono qualcosa di interessate. Tra tutti va ricordato ad esempio Danguard Ace dove viene in qualche modo introdotto il concetto di guerra tra uomini e non piu contro forze provenienti da un antico passato o extraterrestri e dove si comincia a notare sempre piu uno sfilacciamento della biunivocità tra pilota e robot. Ma di sicuro quello che rivoluzionerà in questo senso il genere creando la seconda ondata di storie dedicate ai giganti d’acciaio è Yoshiyuki Tomino con i robottoni prodotti dalla Sunrise. Gia con Daitarn III, robot componibile, il gigante d’acciaio viene pilotato durante la serie da piu persone ma è con Kidō senshi Gandamu, che viene indicata la strada che sarà poi seguita dai Real Robot. In Gundam il robot non è piu l’unico difensore dell’umanità, per altro la guerra avviene tra umani delle colonie e terrestri, ma è prodotto in scala industriale. Si perde pian piano, in nome di una credibilità maggiore, il concetto di armi con colpi infiniti e il binomio pilota/robot viene completamente ribaltato. Qui ognuno, dotato del sufficente addestramento, può pilotare il robot di turno.
Ma il robot “umanoide” piu conosciuto è sicuramente l’androide. Storicamente le storie con androidi nascono anche prima di quelle con i robottoni giganti. Il capostipite infatti è indubbiamente Tezuka con il suo Astroboy (Tetsuwan Atomu). Il professor Tenma, sconvolto dalla morte del figlio Tobio, crea Atom come sostituto per poi ripudiarlo. Il dottor Orochimaru, che lo riattiverà, se ne prenderà cura e, lottando contro vari nemici, comincerà il processo di “umanizzazione” di Atom. Egli infatti, come una sorta di Pinocchio dell’era moderna (di cui è ispiratore) affermerà sempre piu la sua “umanità” dimostrando anzi che spesso sia piu umano lui che l’uomo. L’androide, in Tetsuwan Atomu, è visto sostanzialmente come la tecnologia possa essere usata in maniera positiva ma non è sempre cosi. Esistono varie opere dove l’androide è simbolo di disumanizzazione e distruzione. Tra tutti va citato Shinzō ningen Casshern. In questa opera è presente in maniera massiccia quello che nella letteratura occidentale di genere è conosciuta come “sindrome di Frankenstein”, termine nato nei racconti robotici di Isaac Asimov, che indica sostanzialmente la paura verso la tecnologia. In Kyashan in effetti questa tecnologia si ribella, proprio come in Frankenstein di Mary Shelley, al creatore portando terrore e distruzione, ma,dualmente, è la stessa tecnologia a creare una speranza. Il dottor Azuma dopo aver perso il controllo delle quattro intelligenze artificiali Bryking, Sagure, Akubon e Barashin, arriva a sacrificare suo figlio per creare un androide in grado di combattere il terrore che i quattro androidi instaurano sotto forma di una dittatura militare. Ma la diffidenza degli uomini a tutto cio che è “androide”, porta ad un turbamento interiore il giovane ragazzo che non si sentirà amato e vittima di forme di razzismo dalla stessa gente che protegge.
Affine al concetto di androide è il cyborg. Se il primo è un robot dall’aspetto umano il cyborg è una via di mezzo tra il corpo fatto di carne e sangue e quello d’acciaio. Il termine nasce dalla cibernetica, scienza che studia i fenomeni di autoregolazione (feedback) e comunicazione sia negli organismi naturali quanto nei sistemi artificiali e delle loro eventuali interazioni. Anche in questo filone di storie abbiamo il cyborg totalmente “buono” (tra tutti ricordiamo Miracle Shōjo Limit chan) che quello, per cosi dire, “piu complessato”. In questo ultimo sottofilone va ricordato indubbiamente Ginga Tetsudo 999, dove acquistare corpi meccanici è il sogno di un umanità sempre piu divisa tra ricchi e poveri, ma dove l’esser meccanico significa anche perdere l’umanità e i sogni. Indubbiamente però la storia che ha percorso tutti gli ultimi decenni del secolo scorso, segnando in qualche modo il genere è Cyborg 009 di Shotaro Ishinomori. In questa opera viene messa in luce la diversità dei cyborg che non possono sentirsi completamente umani, creando cosi una sorta di senso di “ineguatezza”, tema affrontato anche se superficialmente anche in Jeeg Robot d’acciaio (non a caso Ishinomori è il maestro di Nagai), dove Hiroshi sente il peso di essere un “diverso” per scelta del padre. I nove cyborg, vittime di una vita fatta di emarginazione, alcolismo, razzismo, non accettano il loro status di macchine di morte ma son costretti a combattere il Fantasma nero per provare a dare una parvenza di pace sulla terra, anche se è chiaro che sconfitto un fantasma nero se ne presenterà sempre un altro. Negli anni 60 del secolo scorso le ferite provocate dalla Seconda Guerra Mondiale sono ancora fresche e fanno fatica a rimarginarsi. All'orizzonte si fa sempre più concreta la minaccia di un conflitto atomico tra le due superpotenze, USA e URSS. Il mondo, preoccupato dalle possibili conseguenze di nuove guerre, cerca di trovare il modo di evitarle. Ma l'organizzazione che va sotto il nome de "Il Fantasma nero", composta da intelligenze artificiali, che riunisce i maggiori produttori e venditori di armi del mondo (i mercanti di morte), non è d'accordo, guardando allo spazio come nuova frontiera bellica. E' in quest'ottica che nasce il "progetto cyborg" atto a rendere gli umani, fisicamente inadatti, idonei allo spazio trasformandoli in macchine. Vengono così scelte otto persone di nazioni, culture, stili di vita, età diverse che si ritrovano a condividere un destino comune e terribile. Scoperto l'uso a cui sono stati condannati, i nove cyborgs (a cui si è aggiunto il baby empate 001, un neonato modificato dal padre che ha sviluppato una grandissima intelligenza) e aiutati dal professor Isaac Gillmore, lo scienziato, pentito, che ha supervisionato le loro trasformazioni, riescono a fuggire e decidono di ribellarsi a coloro i quali li vorrebbero rendere niente di più che dei meri servitori. Iniziano cosi le avventure di questo gruppo di eroi, che, nella loro natura di non umani, si sentono diversi. Le avventure affrontate dai nove cyborgs nell’arco di circa quarant’anni sono di diverso tipo. Infatti l’autore, che suddivise a saghe l’intera opera, a seconda della rivista che pubblicava la saga spaziò dallo shojo al seinen passando dallo shonnen. Ma i temi principali che vi si possono riscontrare sono i temi cari all’autore come l’assurdità della guerra (non a caso una delle prime saghe è ambientata in vietnam come denuncia alla situazione che si creò in quegli anni in quel Paese).
Un appunto finale è la tipologia dei nemici che l’eroe di turno deve affrontare. Indubbiamente la scelta piu gettonata è quella del nemico “arcaico”, degli oni o di mostri preistorici (magari mutaforma per via delle radiazioni nucleari) che magari riposano nelle viscere della terra pronti a rivendicare il loro ruolo di antichi padroni del pianeta. Questa è la scelta preferita ad esempio da Nagai per le sue opere robotiche. Non viene disdegnata la classica invasione aliena, scelta preferita anche nei vari tokusatsu e super sentai. Per quanto riguarda i Real Robot, come gia detto, la strada principe è quella della guerra civile tra terrestri anche se questa strada è stata percorsa nel genere super robot in Danguard Ace, come gia detto, e in qualche maniera in Uchū Senshi Barudiosu. Per quanto riguarda invece il genere androide e cyborg il nemico è spesso, come visto, un’altra entità tecnologica. Recentemente alla schiera di nemici si è aggiunta, grazie a Shin Seiki Evangerion una visione piu “mistica” del nemico, arrivando ad affermare che il nemico è in fondo dentro di noi, fa parte del nostro essere e la lotta che il protagonista deve affrontare è la lotta di tutti i giorni per essere sempre la parte migliore dell’umanità.
Sostanzialmente la fantascienza giapponese è racchiusa in queste tipologie di temi anche se con l’andare avanti degli anni le storie si sono arricchite e han preso svariate strade e sottogeneri.