Se tu sei in pericoloe lo spazio è minacciatotu non sei spacciato c'è:X-Bomber!

La Evolution Toy, una ditta che ultimamente sta sfornando robot come se piovesse, ci ha sorpresi ancora una volta annunciando l'attesissimo X-Bomber.

Chō Uchū Machine X-Bomber, ovvero Super Macchina Spaziale X-Bomber, noto da noi come Star Fleet X-Bomber, è una serie robotica di Go Nagai, ma particolarissima. Nagai ci è conosciuto per serie quali Mazinga, Devilman o Jeeg, ma la sua produzione è molto più vasta ed eterogenea, sebbene ben poco ci sia effettivamente arrivato sotto forma di manga o anime. X-Bomber nel particolare non rientra sotto questi parametri, chiaramente non è un fumetto, ma nemmeno può definirsi anime, visto che è girato tutto dal vivo. La tecnica utilizzata si chiama "supermarionation", che è una contrazione per "super marionette animation" e si basa sulla ripresa di marionette, per l'appunto, con modelli in scala. La stessa tecnica fu usata per il famosissimo Thunderbirds da cui lo stesso Nagai trasse appunto ispirazione.
L'idea nacque dal successo della saga di Star Wars, a Nagai piacque molto e voleva creare, a modo suo, una serie fantascientifica ambientata nello spazio. Tuttavia i costi sarebbero stati elevatissimi, quindi, ispirandosi a quanto avvenuto per Thunderbirds, propose la sua serie come supermarionation. L'idea, dopo molte incertezze, venne accettata dal produttore televisivo: la serie venne presentata esplicitamente come "il nuovo Thunderbirds" e "una serie con elementi in stile Star Wars".
Furono concessi 25 episodi e un budget, ovviamente, limitato. Nagai si risentirà per questo, in quanto avrebbe voluto inserire più azione e un'armata da contrapporre al Big Dai X, ovvero il robottone protagonista della serie. Rimase comunque molto soddisfatto sia delle marionette, alte 25 centimetri e con la pelle in gomma in modo da ricreare bene le espressioni del viso, e dai veicoli: l'astronave X-Bomber misurava ben 2 metri! La cosa curiosa è che l'astronave imperiale, che appariva molto più grossa nella serie, era in realtà circa la metà, ma i giochi di prospettiva durante le riprese fecero la magia.
Proprio per ricreare bene astronavi e razzi, Nagai e il suo staff visitarono la NASA negli Stati Uniti in modo da vedere da vicino i veri razzi spaziali.


Ma veniamo al prodotto Evolution Toy.
Questa ditta iniziò la produzione dei robottoni col Jeeg, robot magnetico, usando lo stesso schema e proporzioni del Jeeg CM's, ma tutto in plastica. La sua forza è stata quella di non produrre solo robot già fatti da altri, ma robot che nessun'altro aveva fatto: ecco che del Jeeg produsse sì, lo Shin Jeeg, ma con componenti e Baruba, produsse il Jeeg classico che compare appunto in Shin Jeeg, e poi l'Arbegas, il Red Baron, il Poseidon di Babil Junior, il Musashi e l'Atlangar, oltre a robot più "comuni" come il Gaiking, lo Shin Getter e il Danguard. La cosa comune a tutti è proprio lo schema del Jeeg: essi sono tutti robot magnetici, anche se originariamente non lo erano, e la posabilità, così come l'eventuale trasformazione, avviene tramite agganciamento e sganciamento delle parti magnetiche. I pezzi sono tutti in plastica, quindi non possono definirsi "chogokin", ma action figure alla stregua dei classici Micronauti. Il costo è molto elevato per un'action figure di questo tipo, aggirandosi attorno ai 150 euro a personaggio.
Tuttavia, nonostante i magneti, messi senza motivo, la plastica e la realizzazione non certo ai livelli di altri produttori più blasonati come Bandai, la varietà dei modelli prodotti dalla Evolution Toy fanno gola ai molti appassionati. E un X-Bomber mancava ancora negli scaffali di tanti collezionisti....