Ashita no Joe La storia di un pugile


Ashita no Joe non è un semplice manga sportivo. In un certo senso è il manga sportivo per eccellenza ma anche una filosofia di vita che, per quanto criticabile, ha la sua ragione di esistere. La storia, a grandi linee, tratta di un ragazzo che grazie alla boxe, qui vista come metafora della vita, nonostante i colpi bassi ricevuti, fa di tutto per rialzarsi e non abbandonare il sogno di un futuro migliore non rinunciando mai alla speranza di attraversare il ponte delle lacrime in senso inverso. Esso non è solo un luogo fisico che porta le persone dalla parte "bene" della città verso i quartieri malfamati, ma è anche una metafora del percorso fatto da tutti i derelitti costretti a vivere nascosti in povertà, sconfitti dalla vita o dalla società (non a caso l'epoca in cui è stato realizzato Ashita No Joe è un perido di crisi industriale per il Giappone). Quindi il voler attraversare il ponte delle lacrime in senso inverso è per Joe un motivo nel credere in un domani migliore e non a caso il titolo tradotto suona come "Joe del domani" o piu correttamente come "Il Domani di Joe". Certo Joe è un impulsivo, cosa che gli sarà fatale, ma vive la sua vita al massimo inseguendo il suo sogno. Chi può biasimarlo, se non chi a differenza di lui, non ha la forza di fare ciò?

Ashita no Joe viene serializzato dalla Kodansha dal 1968 al 1973 in un periodo di profondi mutamenti sociali. Joe Yabuki è un ragazzo di 15 anni scappato da un orfanotrofio. Un giorno, vagabondando nella periferia di Tokyo, incontra Danpei Tange, un vecchio pugile, ormai costretto ad una vita da barbone. Danpei nota subito il talento selvaggio che il ragazzo possiede. Comincia così a seguirlo ripetendogli in maniera ossessiva la sua proposta: farsi allenare da lui e diventare un pugile. In verità vede in lui il riscatto della vita che aveva sempre sognato e quindi una possibilità di ritornare di nuovo in auge. Smette quasi di bere, ricomincia a lavorare, e fa i lavori più duri e pesanti, per potere mantenere entrambi, piano piano affezionandosi al ragazzo.
Joe all'inizio non vuole saperne; segue il vecchio solo per avere vitto, alloggio, e denaro da spendere. E’ infatti preso più ad organizzare piccole truffe, assieme ai ragazzi della periferia. Proprio per via di una di queste truffe, finisce in riformatorio. E’ lo stesso Danpei che, per farlo maturare, cattura Joe consegnandolo alla polizia.
Quello che sembrava il punto più basso della vita di Joe è invece una possibilità di riscatto, infatti proprio lì ha la possibilità di cambiare, di affezionarsi alla Boxe anche grazie alla rivalità/amicizia che nasce con Tooru Rikishi, un vero pugile, finito dentro per atti di violenza.



Joe riprende ad allenarsi prima per corrispondenza poi, grazie all’intervento di Yoko Shiraki, direttamente nella struttura carceraria. Finalmente Joe ha uno scopo per cui lottare e vivere.
Uscito dal riformatorio, inizia a disputare i suoi primi incontri. Contemporaneamente la rivalità con Rikishi, nata ai tempi del riformatorio e mai sopita, spinge quest’ultimo ad una drastica diminuzione di peso per poter disputare, questa volta con le regole della boxe, un nuovo incontro con Joe.
Nonostante la debolezza, Rikishi dimostra una indubbia superiorità, per tecnica, forza, e intuito. Ma i colpi ricevuti (sopratutto uno alla tempia), le cadute e l'esaurimento generale, ne causeranno la morte alla fine dell'incontro. Joe la prende malissimo, e inizia a vagabondare senza meta, sentendosi in colpa per la morte dell'amico/rivale. Dopo una serie di peripezie riesce a tornare nel mondo della boxe, ma profondamente mutato. Non riesce piu, infatti, a dare colpi al volto. Proprio questa sua debolezza, legata all'invidia dei presidenti degli altri boxing club che vogliono eliminare Joe dalla scena pugilistica, lo porta nuovamente ad abbandonare la Boxe professionistica. Ma grazie all'aiuto di Carlos Rivera ritorna nuovamente in auge arrivando addirittura a diventare il campione asiatico della sua categoria. Ora non gli rimane che un solo sfidante per la conquista del titolo : José Mendoza (che aveva battuto e reso invalido Carlos). Durante l’incontro Joe, ormai provato nel fisico da una malattia terribile, dà tutto se stesso e anche di più; e dopo pochi round diventa cieco ad un occhio. Al termine dell'incontro Joe non vive abbastanza da ascoltare il verdetto. “Aveva bruciato tutto anche le bianche ceneri”.

Un opera come Ashita no Joe non poteva non essere messa in animazione ed infatti consta di ben due serie televisive e due film riassuntivi. La prima serie Tv è del 1970, quando il manga era ancora in pubblicazione, con la regia di Osamu Dezaki. Questa serie conta di 79 episodi realizzati dalla Mushi Production e termina giusto dopo l’incontro tra Carlos Rivera e Joe.
Per conoscere, in termini di animazione, la conclusione della storia bisogna attendere più di dieci anni. Infatti nel 1980 la Tokyo Movie Shinsha, sotto la direzione nuovamente di Osamu Dezaki e con Yutaka Fujioka in veste di produttore fa uscire la seconda serie composta da 47 episodi. La serie riprende i fili del discorso dalla morte di Rikishi. Quindi i primi episodi non sono altro che un riassunto di ciò che era già stato raccontato nella seconda parte della prima serie.
Il primo dei due lungometraggi prodotti venne assemblato nel 1980 con parti della serie storica degli anni '70 per consentire a chi non conoscesse la prima serie del cartone di riallinearsi agli eventi della seconda serie.
Il secondo lungometraggio di montaggio della seconda serie prodotto nel 1981. In Italia è noto come Rocky Joe l'ultimo round.

L’adattamento della prima serie di Ashita no Joe, escluso qualche peccatuccio veniale, è perfetto. Infatti se si esclude il fatto che, probabilmente perché la serie fu importata in due tranche, le voci dei personaggi minori vengon cambiate, o l’italianizzazione dei nomi dei protagonisti (per altro non mantenuta poi nella seconda tranche) la serie non presenta tagli e i dialoghi son abbastanza fedeli. Il vero scempio fu fatto nella seconda serie dove, oltre alle parecchie scene tagliate e ai nomi americanizzati, viene completamente stravolto il tragico ma bellissimo finale, ovviamente facendo perdere spessore alla serie.